4° centenario della morte del cardinale evangelista pallotta

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Data:

22 Agosto 2020

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Descrizione

COMUNE di CALDAROLA

Comunicato stampa – 21 agosto 2020

Cardinale Giovanni Evangelista Pallotta

IV centenario della morte - 22 agosto 1620-2020

 

 

 

L’Amministrazione comunale di Caldarola in collaborazione con la Parrocchia dei SS. Martino e Gregorio, allo scopo di rendere onore alla memoria del cardinale Giovanni Evangelista Pallotta, a partire da quest’anno, VI centenario della morte, ha in programma di costituire un Comitato di esperti in diverse discipline, storici, funzionari del Ministero Beni Culturali e docenti universitari per predisporre un programma di manifestazioni, di studi di approfondimento e pubblicazioni. Tutti i lavori saranno finalizzati ad approfondimenti sulla storia della Caldarola di fine Cinquecento.

Il momento storico che stiamo vivendo, post sisma 2016, è di nuovo un punto di svolta epocale per la nostra città. Lo studio delle grandi trasformazioni avvenute per volontà e grazie all’enorme sostegno economico del cardinale è fondamentale e deve dare grande spinta alla concreta ricostruzione di tutta Caldarola e di certo del suo cuore antico.

La promozione di questa nostra Terra, dal leggero peso politico (per numero di abitanti e dimensione territoriale) è da sempre sostenuta dall’enorme ricchezza di beni storico artistici.

 

Il centro storico di Caldarola rappresenta un caso emblematico in quanto il riassetto urbanistico fu realizzato con procedure assolutamente speciali, secondo schemi che erano in elaborazione a Roma e che il cardinale Evangelista seppe trasfondere “nella sua Patria”.

Per mettere bene a fuoco la figura del Pallotta, vanno esaminate e ben comprese le vicende marchigiane e quelle romane.

Evangelista Pallotta arrivò a Roma, dopo aver ricoperto, a Caldarola, la carica di rettore della primitiva Chiesa di S. Martino, nei primi anni del pontificato di Gregorio XIII. Fin da subito fu in stretto legame con il cardinale Felice Peretti, futuro papa Sisto V.

Roma a partire da Papa Sisto IV agli inizi del Quattrocento, fino a papa Sisto V che morì nel 1590, fu oggetto di progressive, grandi trasformazioni urbanistiche, che videro, in ordine cronologico: la realizzazione del tridente di Ponte S. Angelo, Via Giulia e via della Lungara, Via Ripetta, il tridente di piazza del Popolo, via Condotti, via del Babuino; in cui le nuove strade fanno sistema con i tracciati rettilinei dell’antichità e intelaiano la città medievale con una rete viaria “moderna”, anche se, in una grande città com’era Roma all’epoca, gli interventi furono, comunque, parziali e discontinui; ma di certo incisero in modo rilevante sul rinnovamento compiuto dal cardinale Evangelista nella sua Caldarola.

La bolla pontificia “Quae publice utilia et decora” promulgata nel 1574 da papa Gregorio XIII fissava norme edilizie che prevedevano: l’allargamento delle strade, le rettifiche dei vicoli tortuosi, l’accorpamento delle proprietà edilizie, l’obbligo di mantenere la continuità dei fronti stradali almeno delimitando le aree libere con alti muri di recinzione. Tutto questo si può vedere messo in opera a Caldarola. Il cardinale seguì alla lettera le disposizioni normative realizzando un’accurata urbanizzazione.

La realizzazione delle grandi sistemazioni di Roma operata da Domenico Fontana e avviata sotto Gregorio XIII, ebbe un enorme azione propulsiva nel corso del breve pontificato di papa Sisto V.

Sempre nell’epoca in cui Evangelista visse a Roma furono realizzati grandi interventi monumentali. Michelangelo era morto nel 1564. Il cantiere di San Pietro era in pieno svolgimento e tra il 1588 e il 1590 fu completata la realizzazione della cupola sotto la direzione di Giacomo della Porta assistito da Domenico Fontana, con il cardinale che svolgeva la carica di Prefetto della Fabbrica di San Pietro. Contemporaneamente furono sistemati i nuclei di S. Maria Maggiore e di S. Giovanni e collegati da via Merulana. Il nuovo sistema stradale fu esteso sulle colline, aprendo una serie di vie rettilinee che avevano come fuochi prospettici le due grandi basiliche, inoltre furono estratti dalle rovine della città imperiale e posizionati come centro visivo, grandi obelischi. Furono riparati acquedotti antichi e costruiti di nuovi. Sisto V cercò di migliorare la vita economica della città di Roma, promuovendo la formazione anche di nove attività manifatturiere. Su questo tema ricordiamo come il Colosseo sarebbe dovuto diventare una grande filanda di lane, ipotizzando in questo modo di ripopolare quella parte di città. E questo tema ci rimanda immediatamente all’iniziativa del cardinale di realizzare le Case per la lana e per la seta.

Inoltre sempre sotto Sisto V furono accordati una serie di privilegi a chi avesse costruito lungo le strade nuove, così come la Municipalità di Caldarola, nello Statuto del 1585 aveva previsto la concessione di esenzioni a quanti avessero fabbricato nei terreni disponibili tra il borgo di Pian di Gea e borgo Fiorenzuola. Nel corso del Quattrocento si era sviluppata, a valle di Castelvecchio, verso est, la parte nuova, la cosidetta Castelnuovo, ma erano prevalentemente abitazioni private, mentre le chiese urbane e gli edifici amministrativi erano rimasti nella parte antica e si può pensare non fossero più in grado di assolvere alla loro funzione sia per la loro dimensione che per lo stato di conservazione.

Oggi sappiamo che la natura geologica dell’area dove sorgeva Castelvecchio è alquanto problematica e probabilmente anche allora, non aveva favorito la conservazione degli antichi manufatti, per cui la decisione di ricostruire in nuove zone in cui la municipalità stessa auspicava venissero fatti, può risultare quanto mai comprensibile.

Rispetto al piano di sviluppo ideato da Sisto V per Roma, i contemporanei rimasero colpiti dall’entità dei lavori e dai cambiamenti introdotti in un paesaggio rimasto immutabile per secoli e di certo il cardinale Evangelista, uomo sul quale Sisto V aveva, da sempre, riposto grande fiducia, ne fu partecipe ed artefice.

La Municipalità di Caldarola, il primo ottobre 1595, in Consiglio generale aveva stabilito di eleggere il cardinale quale protettore della città, ed è attesta da documenti in cui troviamo scritto: “ […] Che Monsignor Illustrissimo Cardinale di Cosenza si elega per nostro protettore et che Sua Signoria Illustrissima sia pregata pigliar protetione de questa sua padria et faccia alto et basso come Sua Signoria Illustrissima piace […]”.

 

Incessante negli anni fu il rapporto con la Municipalità, anche attraverso il fratello minore Martino, che però venne a mancare nel 1601.

Il 27 agosto del 1620, appena la notizia della morte del cardinale Evangelista giunse a Caldarola, si riunì il Consiglio di Credenza e nel registro dei Verbali è riportato:

Giorno 27 agosto 1620

Consiglio di Credenza

Primo.  Stante la morte seguita dell’Illustrissimo Signor Cardinale Pallotta nostro Protettore e Padrone, si propone, se par, che i signori Priori vadano a nome di questa Comunità a condolersi con la signora Maddalena Pallotta (la vedova del fratello Martino). E poi scriverne lettere di condoglianza a Monsignor Pallotta (Giovanbattista, figlio di Martino e futuro cardinale), al signor Nicola e pregar detto Monsignor che voglia perseverare nella protezione di questa patria.

La consapevolezza del rilevante ruolo che Evangelista Pallotta avuto nella Caldarola di fine Cinquecento, così come in quella contemporanea, induce ad avviare oggi, studi di approfondimento sulla figura e sul ruolo che il cardinale ha avuto nel suo tempo nella nostra terra e a Roma. I lavori avviati oggi vedranno il loro svolgimento nel corso di questo e del prossimo anno con studi di diverse tipologie. Studiosi verranno chiamati a dare il loro contributo per approfondire i temi in programma, quali:

  • la famiglia, i rapporti con la Municipalità, le fonti
  • il prestigioso ruolo nella curia romana, le nomine, le cariche e la concessione dei lucrosi benefici.
  • l’urbanistica, l’architettura, le maestranze
  • le arti e le manifatture
  • la memoria, la biografia.

 

Il cardinale Evangelista, nella sua epoca dette vita ad una grande opera di Rinnovamento, nei nostri giorni, le giornate di studio saranno prezioso fondamento per la Ricostruzione post sisma.

 

Sabato 22 agosto, giorno del VI centenario, verrà celebrata in memoria la Santa Messa alle 18.00, all’aperto, nello spazio antistante il Monastero SAE, la cittadinanza è invitata a partecipare, seguendo le procedure anti-covid.

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Ultimo aggiornamento: 22/08/2020, 17:40

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